mercoledì 3 febbraio 2021

 

  • Pubblico qui di seguito questa poesia tratta dal mio SCORCI
  • Edito da Vitali in Sanremo
  •                CAMPOSANTO DEL MIO PAESE
  •                           (Sui ruderi della villa romana dei Claudi)
  •                        
  •             Camposanto silente del mio paese,
  •             Dove le ossa dei miei sepolte riposano
  •             E dove le mie la tomba non avranno,
  •             Da sempre ti ho in mente, luogo di mistero
  •             E di cipressi come funerei pennoni
  •             Protesi nell’azzurro.
  •  
  •             Già villa di patrizi antichissimi
  •             Per i cui atri ornati di colonne fastose
  •             Andavano matrone e festose ancelle danzavano
  •             Nel tedio dei ricchi, or nei ruderi sei
  •             Sepolcro di  poveri, posteri forse
  •             Di schiavi che un tempo leggero premevano
  •             Sulla pelle lo strigile nel bagno aulente
  •             Ai superbi padroni.
  •  
  •             Pur cambiano i tempi e ora ivi
  •             Le ossa di mio padre in una buca
  •             Di terra si macerano, perché tornino polvere
  •             In trionfo di vita, d’erbe fiorite e d’alberi,
  •             Di nidi, di canti, di voli d’uccelli
  •             Come egli in saggezza richiese.
  •             Ma lungo i viali sopra camere ornate
  •             D’antichi mosaici, sepolcri marmorei
  •             Dei nuovi arricchiti nomi e date riportano
  •             Illusi di vivere per sempre nel tempo,
  •             Per soltanto una scritta su un’urna di pietra,
  •             Inane custodia delle ossa fatte fragile
  •             Calcina nel fluire incessante del mondo.
  •  
  •             Così è che oltre i palazzi per i vivi
  •             Oggi si fanno quasi santuari le tombe per i morti;
  •             E i cimiteri sono città di defunti
  •             Che tetre avviluppano quelle alacri dei vivi.
  •             E’ così che il progresso che  è vanto moderno
  •             Gli uomini ha spinto a un luogo medesimo
  •             Per morire e per nascere di dentro a una clinica,
  •             A un’industria di nati e a una di morti,
  •             A città di defunti laddove potrebbe
  •             Per ciascuno bastare per dopo la morte
  •             Un’ampolla di cenere.
  •  
  •             Esiguo camposanto, m’attesti tu quanto
  •             Con le antiche rovine e le tombe recenti
  •             E’ vana pretesa arrestare il volgere del tempo
  •             Nell’illusione atavica di vivere oltre
  •             Il limite estremo degli eventi che segnano
  •             Il principio e la fine. Così come sei
  •             Ti guardo commosso col trepido                                         
  •             Occhio non più fanciullo ma tenero ancora
  •             D’immagini antiche che affollano
  •             La memoria di suoni, delle voci di tanti
  •             Che conobbi e che vidi e che ora riposano                                      
  •             Nella tua terra  sepolti.
  •             Ti guardo silente, ma so che finché avrò vita
  •             Sarà solo il mio cuore di quelli che ho amato
  •             Camposanto fiorito.


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