FORMA ARTE
POESIA
Forma e poesia. Forma e arte. Binomi indiscutibili per secoli e per
millenni. Interdipendenti per loro natura. Nel passato la materia non aspettava
che la forma per avere una propria vita. Anche
per individuarsi in una poesia o in un’opera d’arte, secondo la
creatività di un poeta o di un artista.
E’ bastato il secolo delle macchine, delle
tecnologie, perché con il loro trionfo deflagrasse la forma.
Così la poesia ha voluto rompere la sua forma
alterando il ritmo e la lunghezza del verso secondo capricci o opportunità dei
vari stili sperimentali o meno. La metrica è stata percepita come limitativa dell’espressività
del poeta, che ha voluto rivendicare una pretesa libertà creativa anche in
questa direzione.
Così la pittura ha voluto rompere la
pienezza della forma per reclamare il
valore dei segni, la ricerca del colore, la libertà del gesto e persino il
taglio della tela, quasi come espressione di linguaggi criptici.
Ma davvero la poesia, per affermarsi ancora
come tale, può sostituire la misura e la
musicalità del verso con lo strumento della sola debordante metafora all’interno
di una zoppa e ciondolante andatura prosastica?
Ma davvero, come accade nel tempo della straripante
tecnologia, l’arte per rimanere
se stessa, senza perdere la sua particolare individuazione specifica, può
perdere la sua forma e manifestarsi come espressione di concetti più o meno pseudofilosofici
mediante segni, extraflessioni, giochi di artifici ottici o con espressione
spontaneistica della gestualità materializzata in gocce e macchie di colore quasi
come
“….quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando." ?
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando." ?
Forse si bara, quando ancora si vuole far
rientrare nei concetti di arte e di poesia ciò che non è più tale.
Forse però sono proprio quei concetti che
sotto la pressione delle nuove tecnologie sono divenuti altro nel loro
significato, pur rimanendo inalterati i significanti, perché ormai sono
profondamente altre le sensibilità dell’odierno ”uomo tecnologico”.
Insomma, forse diciamo ancora arte e poesia,
ma intendiamo cose ben diverse da quelle del passato. Cose diverse che ancora
non sappiamo definire. E ciò è un problema dai mille risvolti. Non solo
linguistico.