martedì 10 gennaio 2012

In quest'ultimo secolo la poesia ha attraversato il futurismo, il frammentismo e l'ermetismo. Si è concentrata sul suono della parola e sulla parola stessa in un lirismo parossistico. Ed ha trascurato la sua stessa struttura, cioè proprio ciò che la rende epistemologicamente tale per sua natura..
Qui essa sta in trincea, si pone in una ridotta, in un fortilizio di retroguardia, per custodire, se non per recuperare, la sua forma per come come si è sviluppata dai primordi con Venanzio Fortunato a ieri, con la sua prosodia, secondo gli schemi della metrica accentuativa e gli strumenti via via acquisiti in versi, rime, strofe e generi di composizione. Per non essere sgretolata e divenire residuale in un mondo tanto tecnologicamente sviluppato quanto sempre più avviluppato in grovigli di nuove strutture alienanti.