giovedì 28 febbraio 2019


          Riporto qui di seguito questa  poesia tratta
            dalla mia raccolta SCORCI edita  da
           Vitali Editrice in Sanremo

                        ORA A TE RITORNO
        
            Ora a te ritorno, dolce mia terra,
         Quando la mano antica del padre
         A fatica distoglie gli sterpi invadenti
         E quasi più non riesce a tirar dritte le viti,
         A segare i nodosi rami degli ulivi.

         Quando da te mi allontanai,
         Quasi empio figlio da madre, non sapevo
         Che amore grande perdevo,
         Che ricchezza di vita mi lasciavo.
         Allora acre io ti sentivo e nemica
         E piansi sulle tue zolle;
         Ma tu con trifogli e cento erbe fiorite
         M’avviluppavi di profumi e di tenerezza:
         Matrigna mi sembrasti
         E madre amorosa m’eri.

         Allora io non sapevo
         Quanto in questo mondo
         Rimpicciolito nel giorno dell’uomo
         Ognuno rimane legato
         Ove aprì il cuore alla luce;
         Io non sapevo che barbe profonde
         Avessi messo in questo lembo di terra
         E non sapevo quanto
         Le mie foglie dell’anima
         Vibrassero a questo azzurro di cielo.                  
                                                                                    
            Ora so: tuo albero sono
         Che tu di linfa vitale nutrisci
         E negli uragani della vita sorreggi,
         Albero sono che spazia a questo orizzonte
         E beve assetato luce di questo sole.
         E innumeri radici ti affondo nel grembo,
         Con aeree fronde innalzo i tuoi canti
         Al tuo cielo d’uccelli fiorito.

         E bacio le tue erbe ed ecco ritrovo
         Nelle mie mani le fresche rugiade
         Delle inconsce letizie fanciulle,
         Con te gioisco memore dei giorni
         Che il tempo nel cuore sublima
         Oltre un mondo cui dolce sorrido
         Dopo gli antichi rancori                                      
         E i giovanili contrasti,
         Con te vivo e rinasco                                          
         Ad ogni mutar di stagione.






martedì 12 febbraio 2019


            Riporto qui di seguito questa  poesia tratta
            dalla mia raccolta SCORCI edita  da
           Vitali Editrice in Sanremo
 
                VACANZE  A  FORMIA

            A questo quieto golfo
         Io vengo dove Mamurra apprestava
         Ville sfarzose per ozi solari,
         E i ricchi patrizi romani
         Gustavano grasse murene
         E triglie dai mille riflessi di luce
         Che dalla piscine saltavano
         Dritte in padella per ghiotti palati.

         Qui odierni  ricchi ricerchino                              
          Una mensa di spigole e saraghi.
         Col magro portafoglio di docente
         Io mi pago un risotto di mitili e squille
         E un muggine arrosto:
         Me ne appago e sopra ci bevo
         Due sorsi di bianco vinello.
         Come antico patrizio
         Sazio mi sento qui in villa felice
         Per quiete benefica.
        
            Così degli antichi, dei nuovi magnati
         E dei problemi del vivere,
         Che sempre rodono il fegato
         D’un povero cristo,
         Per un giorno mi rido
         Col senso di chi può godersi
         Un buon piatto ed un cielo sereno
         Ed un mare tranquillo che niente mi costa  
         Fino a  che qualcuno non avrà
         L’arroganza d’imporre un balzello
         Anche su questo respiro di brezza
         O su quest’ampia visione di cielo.



martedì 5 febbraio 2019




           Riporto qui di seguito questa  poesia tratta
            dalla mia raccolta SCORCI edita  da
           Vitali Editrice in Sanremo


        LUNGOMARE CABOTO A  GAETA
                                                                          
           Per  Lungomare Caboto deambulo
         Ed a passi ed a pause
         Misuro il mio esistere
         Su trame d’immagini e voci
         D’indizi che a me  intorno
         Non appena s’intravedono
         D’un subito svaniscono:
         L’ala del bianco gabbiano
         Che vira distesa
         A specchio dell’acqua mai quieta,
         La mano d’illuso fanciullo
         Che tremula tira  la docile lenza,
         Una barca che tocca la proda
         Al tonfo leggero del remo.

         E solo per attimi
         In questi segni che neanche turbano
         La trasparenza dell’aria
         Prende senso la vita e si dilata
         Come questo mare che si perde  nella luce
         E sciaborda sulla riva:
         Forse mai nascemmo oltre questi
         Fuggevoli moti d’ombre e di luci,
         Forse da sempre viviamo col cuore in deriva
         Nell’abisso del tempo
         In questa quiete ineguale
         Che un vento sottile
         Aggruma nell’eco di un istante.                         
                  


sabato 2 febbraio 2019


             Riporto qui di seguito questa  poesia tratta
            dalla mia raccolta SCORCI edita  da
           Vitali Editrice in Sanremo

                                CIPPI  A   FORMIA

         Nella Formia romana
         Un suo funebre cippo
         Per meriti asseriti
         Ebbe Varronio con pubblico denaro;
         Bruzio uno per sé ne volle
         Pagato di sua  tasca:
         E con un’epigrafe scolpita
         Egli tenne a farcelo sapere
         Protestando la propria probità.

         Ora d’ambedue non restano
         Che incise parole
         E non sapremo mai
         Chi di loro fu più onesto;
         Ma un sorriso ci affiora
         A quella loro fede
         Di vivere evocati
         Alla memoria dei posteri
         Per solo un nome scritto su una pietra.

         Altri oggi vediamo in morte astuti
         Riscattarsi alla memoria dei vivi
         Con santuariali sepolcri
         Ed epitaffi solenni
         Che sono solo segni d’insulsa superbia
         E miseria dell’uomo:                                
         Dopo millenni,
         Certamente di Bruzio e Varrone      
         Noi oggi non siamo migliori.