TREBBO
POETICO
A lato di una
via raccolta e silenziosa del centro di Ravenna, si apre un piccolo spazio
rettangolare, con in fondo un lato coperto da un portico di quattro colonnine ,
contrassegnato dalla scritta posta ad angolo: “Piazzetta del trebbo poetico”.
Sotto questa scritta è riportata la seguente frase di Ungaretti del 1956:
“Invenzione geniale della poesia italiana”.
L’invenzione
geniale era stata del veneto Comelli e del ravennate Walter Della Monica
proprio nel 1956, nella vicina Cervia. L’invenzione consisteva in un incontro
(trebbo) con ascoltatori, con il popolo, in cui appunto l’attore Comelli,
sostenuto dallo scrittore Walter Della Monica, recitava le poesie dei maggiori poeti
contemporanei, da Ungaretti a Quasimodo, da Montale a Saba.
L’iniziativa
ebbe successo, si affermò a Ravenna e si estese dalla Romagna a tutta l’Italia.
Poi decadde. Finì nel 1960.
I poeti
storici, quelli della letteratura dei secoli passati, avevano dedicato e letto
le loro poesie a principi e baroni loro protettori. La poesia era funzionale al
sostegno e alla celebrazione del loro potere. Al principio del ‘900 era
cambiata la struttura sociopolitica, e Trilussa, Pascarella e Di Giacomo
recitavano le loro poesie nei teatri. Era il popolo a dare lustro e denaro ai
poeti; e la poesia svolgeva una funzione drammaturgica alla pari delle forme
teatrali vere e proprie. Poi tutto finì lì.
Il trebbo
poetico fu un tentativo di riportare la poesia al popolo e il popolo alla
poesia. Non resse però al successo. Ormai il popolo aveva altro. Aveva i grandi
comizi, le tribune politiche, la televisione e le altre diavolerie
elettroniche. Quale funzione avrebbe ormai potuto svolgere la poesia?
Nei tentativi
di rivivificarla, i poeti hanno cercato di reinventarla, ma invece l’hanno soffocata negli sperimentalismi. Nei loro
tentativi hanno voluto anche sopprimere la strofe, la metrica e la rima, per
affidarsi a una retorica esagerata ed esasperata della metafora. Così la poesia
si è consunta, è diventata altra cosa da sé. Ha perso la sua natura perché ha
perso la sua funzione. O forse ha perso la sua funzione perché ha perso la sua
natura. Ci vuole altro per rifondarla, forse per recuperarla. Se possibile.