Riporto qui di seguito questa poesia tratta
dalla mia raccolta SCORCI edita da
Vitali Editrice in Sanremo
C I R C E O
Circe la bella, l’arcana,
Non ha più qui il suo antro,
Più
non esercita qui
Le sue arti malefiche
Fra le alte rocce mirifiche
Per spume aeree e murmuri
D’inquiete onde marine.
Ulisse la deluse
Allor che infranse i sogni orditi
Di dolcezze impossibili
E diresse la prora,
Guidato dalla sua scaltra ragione,
Verso le grazie di Penelope,
Che trame di certezze tesseva
Sugli scogli d’Itaca cerulea.
Noi fatti più astuti di lui
Dissolto abbiamo Circe
La maga, la bella, l’arcana;
Nella nostra coscienza
Sospinta
l’abbiamo
Oltre
il nostro orizzonte,
Oltre i confini della luce.
Ed ora con prore veloci
E i timoni sicuri della scienza
Navighiamo l’oceano della vita
Insensibili all’eco
Del mistero che dentro ci tiene,
Che intorno ci avvolge.
Eppure qui ancora, su questi scogli
Nella luce che nel mare si scioglie,
Balenano agli occhi
Arcani miraggi; e qui ancora
Suoni celesti d’un vento sottile
Sollecitano a interiori
Prode d’incanto;
Qualcosa in queste onde è rimasto
Della mitica maga,
Qualcosa in noi è rimasto
Del suo mistero
E degli antichi compagni d’Ulisse.