sabato 29 luglio 2017

Riporto qui di seguito la lettera/satira tratta dal mio
LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI autoedita con
EDIZIONI SIMPLE

            AD  ORAZIO  (Prima lettera)                                                  

Felice te, Orazio, se un solo scocciatore
Per Via Sacra t’importunò!                                                               
Tu non sai quante voci ed immagini
Pene infernali m’affliggono
E petulanti e sgualdrine
M’inseguono fin dentro la casa,
Giornalacci  che vendono menzogne,
Politici che propalano promesse
Quasi trappole e lacci per cuccioli e merli,
Pubblicità di un mare di miracoli,
Annunci per defunti sui muri che mi danzano intorno,
Quasi in una fiera di mimi sguaiati.

E che faccio? Strappo manifesti che gridano volgari,
Spengo radio, telefono, televisore
Che tutta l’aria intorno pervadono e scuotono,
Rompo cellulari che stridono garruli
Per chiacchiere inutili,
Chiudo gli occhi per non vedere,
Mi tappo le orecchie per non sentire?

Oh! Io non voglio soffocare dentro un mercato,
Dove ognuno è imbonitore di virtù fatte merce;
Se voglio raccogliermi  
A specchio di me stesso, m’impongo                  
Di non passare per un viale qualsiasi,
Né per un miserabile vicolo,
Dove corrono immagini e voci che ti cacano addosso
Siccome arpie alle isole Strofadi
E solo posso rifugiarmi dentro una stanza
Chiusa a doppi vetri.

Felice te, Orazio, per vita d’altri tempi! E me felice
Quando tra pareti domestiche
Torno a conversare sui libri con voi morti
Più vivi dei morti da vivi,
Che così tanto frastuono mi sollevano intorno!
Felice te, che almeno lasciata la Via Sacra
Potevi eludere molestie di chiacchiere e scocciatori!
Felice te che, risalendo  su per la via di Tivoli
E aggirando i Lucretili, ti rifugiavi
Nella tua Digenzia lontana da frastuoni,
Dolce di voli e canti degli uccelli!

Non io potrò trovare  riparo
Dalle oscene voci, dalle turpi immagini,
Dai trilli dei telefoni che chiamano                                    
E mi scocciano ovunque.
Altro è il mio mondo dal tuo,
Altro è il mio ceto e il mio posto
Di piccolo uomo; e certo non ho postulanti
Per favori ai più umili da chiedere ai grandi.
Ma quanti la mia cassetta postale riempiono
Di proposte, di offerte, di ciance, di promesse
Di guadagni e regali tutti gratuiti!
Quanti dal video avanzano profferte,
E dicono d’avere a cuore il bene mio e la mia felicità!
E solo invece mirano ad impinguare il loro
Deposito bancario! Tutti modi ingegnosi
E marchingegni e trappole per spellicciarmi
Giorno dopo giorno persino degli spiccioli.

O come il mondo è cambiato nei secoli
E come in fondo è restato lo stesso
Del tuo tempo, Orazio, anche se al tuo genio
Toccò Mecenate e qualche importuno per via
E a me, piccolo uomo del mio tempo,
Toccò penuria di mezzi e il vivere oscuro dei campi!
Ma ancor oggi, tu felice cantore di carmi,
Di epodi, di satire, in questo bailamme
Di ciarlatani che tessono imbrogli,
Mi sei di conforto, quantunque io non sia un poeta
E non abbia una villa in cui avere rifugio,
Né io  la protezione abbia d’un principe pro tempore.
O tu Grande mi sei di conforto nel mio giorno,
Tanto che a riso mi muove ciò che a rabbia
Così forte dentro mi sollecita!

martedì 25 luglio 2017

Pubblico qui di seguito i primi quattro Bigliettini
del mio LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI
autoedito da SIMPLE EDIZIONI



                 COSCIENZA
            
Abbiamo la coscienza tutti eguale,
Non più scolpita dentro noi, nel cuore,                                                                Ma scritta sulla carta
Il cui rimorso è dato
Dal codice penale.

                  RISPETTO
           
      Per rispetto dell’uomo                                                 
      Siamo giunti al rispetto per l’infame,
      Mancando di rispetto al galantuomo
                

             BUROCRATE
   
      Una firma e un timbro,
      La notificazione all’altro ufficio
      Nello stretto rispetto della norma,
      E in pace ti metti la coscienza.

      Ma quando morirà
      E l’angelo la carta avrà timbrato,
      Andrà  bussando per le vie del cielo,
      Perché nessuno gli aprirà le porte:
      Per lui l’angelo il timbro avrà sbagliato.

                                 EPITAFFIO
                                  Qui giace
                         l’Uomo Contemporaneo
                                non ebbe tempo            
                     che al produrre e al consumo                                                      
                           non rise e non cantò
                         non pianse e non narrò
                                 vecchio morì
                          senz’essersi avveduto
                 d’essere almeno per un dì vissuto
                                O viandante vai
                             non ti posar giacché
                                    costui da te
                            non meritò un saluto.
                            

sabato 22 luglio 2017

Pubblico qui di seguito i primi due "Biglietti" del mio
"LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI" autoediti dalle
Edizioni Simple.


                QUESTO  MONDO

Questo è il mondo.
Verso questo mondo
Avrei voglia di urlare  ed inveire.

Mondo in cui la gente
Corre dietro  segnacoli e vessilli,
Scanna  e si scanna
Sol che vi siano simboli e sigilli.

Mondo fatto di servi,
D’ipocriti, di furbi, di padroni,
Di ladri e di spergiuri
Protesi tutti a spremere minchioni.

Mondo balordo fatto di congreghe
Che un proprio dio si foggiano per spingere
Credule folle a stolide tragedie.

In questi miei versi questo mondo
Non posso che deridere e schernire,
Per sfogare l’interno mio furore                  
E non rodermi dentro
Urlare ed inveire.                
              

               L’UOMO

Spesso si dice che l’uomo è uomo
E che vale ben più d’una bestia.
Ed io dico che ciò è vero, giacché
Uomini-agnelli ci sono, uomini-lupi,                 
Uomini-cani ed uomini-porci,
Uomini-vermi ed uomini-iene.                                   
L’uomo è ben più di tutti gli animali,
Perché in sé tutte le bestie contiene
Ed è più bestia di cento bestie insieme.














venerdì 7 luglio 2017

 Pubblico qui di seguito altre tre composizioni tratte dal mio ebook "Cantatine e sei canzoni..." edito da Youcanprint

                  VIII
Di quella nuvola che d’oro
S’incendia all’orizzonte
Mi faccio un carro di sogni
Per vivere una notte di richiami
Ad altri tempi, allor che l’assiolo
Con i suoi chiù scandiva
Lento e dolce il placarsi degli aneliti
Alla diafana luce della luna.

Ed il corpo mio indocile
Si spossava su zolle
Di stoppie odorose e di fieno.

                    IX

Sempre mi sei presenza inalienabile
Anche ora che m’appari
Dentro i miei fantasmi
Che vanno su una nuvola sospesa
Su spume di celesti desideri.


                   X

Sarai sempre te stessa
Da me distinta altra luce, altra vita;
Sarò sempre me stesso,
Da te distinto altro fuoco, altro esistere.

E questo mi tormenta: mai saremo
Un’unica torcia che brucia nel vento,
Mai unico vento ed unica tempesta,
Unica goccia,
Unica bocca ed unico sorriso!