Il modano è un cannello con cui i pescatori rammagliano le reti. Per me qui è una metafora del blog con cui m'ingegno di rammagliare le mie memorie per rievocare eventi del passato.
2 febbraio 2015
ANCORA SU ARTE E POESIA
A modificare gli stilemi dell’arte pittorica
ha certamente contribuito l’invenzione
della macchina fotografica, come si sostiene da più parti. Ma penso che sia una
sopravvalutazione della funzione di questo strumento, poiché, a ben vedere esso
vi ha contribuito solo come un elemento delle complesse e rapide innovazioni
tecniche a cavallo degli ultimi due secoli.
D’altronde, nello stesso tempo, non si è
modificata solo l’arte. In fondo si è
modificato il modo di vedere, di vivere e di operare dell’uomo in quel
tempo, sempre più incisivamente e
significativamente, a causa delle profonde innovazioni tecniche, come esaminato
prima da E. Severino e poi approfondito da U. Galimberti in Psiche e tecnè.
Un cambiamento dell’uomo che sarebbe
riduttivo delimitarlo alle sole arti e alla poesia. O alla sola comunicazione, per cui Mac Luhan
poteva affermare che “il mezzo è il messaggio”. Per le sollecitazioni della
tecnica, l’uomo cambia nelle sue percezioni, nella sua realtà, nei suoi stili
di vita, poiché ha un suo modo di pensare diverso di fronte a nuovi problemi,
che gli si pongono sia con le scoperte scientifiche, sia con le ricerche di
nuove soluzioni e l’uso di nuove tecniche.
Il quadro innovativo è ben più vasto e più
significativo delle questioni poste in sede estetico/espressiva riguardo alle
dimensioni poetiche ed artistiche. Nel tempo dei cambiamenti della tecnica è
l’uomo che cambia. Egli ha un sentire diverso, ed ha modi di vivere e di
operare diversi, di fronte ad un mondo modificato dalla velocità, dal volo e
dal dominio dell’etere, dalla percezione del tempo, dalla visione freudiana
della sua psiche, dalla scoperta einsteniana della relatività.
La realtà non gli si presenta più dominabile
e interpretabile con i vecchi strumenti. L’avverte precaria, instabile e
sfuggente, per cui vuole afferrarla e rappresentarla nell’attimo della sua
percezione: nella sua impressione, nel suo movimento, nella sua velocità, nella
sua de contestualizzazione, nelle sue deformazioni.
Lo stesso accade nella poesia, che intanto
va perdendo molti dei suoi generi e varie sue forme, come risalta di più nel
primo Novecento col futurismo e poi col frammentismo.
Ma in fondo è l’uomo che è cambiato in quel
tempo. Non solo l’artista e il poeta. Ma è cambiato il committente, sostituito
dal mercato, è cambiato il fruitore, ed è cambiato il lettore. E’ cambiata
tutta la scena umana, sicché il secolo XX segna una mutazione profonda dell’uomo, anche se critici e storici
si affannano a sottolineare la continuità nel cambiamento: ma quel cambiamento
è in effetti una frattura difficile da
suturare. Come ci hanno detto le due
immani guerre mondiali, le ideologie che ingabbiarono l’uomo di quel tempo, e
lo strazio dei campi di sterminio.