ARTE ?
C’è oggi, nel campo dell’arte, una bulimia
di novità, una caccia all’originalità che ha del parossistico. Ogni elemento di
novità che si manifesta in qualche nuovo manufatto muove critici e mercanti a
valorizzarlo subito come nuovo capolavoro artistico. Purché rientri nel quadro
delle prospettive più attraenti del momento e nei meandri della complessa
sensibilità di coloro che operano nel campo specifico.
E' da un secolo che si è scatenata questa
bulimia.
Lasciamo da parte, ad esempio, il Dito medio scolpito in marmo, il cui
valore scultoreo non starebbe nella sua forma, nella luce, nell’armonia delle
parti , ma nell’idea, nel concetto, o, meglio, nella novità e quindi
nell’originalità dell’idea espressa in un linguaggio diverso e nuovo, anziché
nella banalità e volgarità del gesto.
Lasciamo da parte ogni giudizio ideologico
al riguardo, come fu quello hitleriano
di “arte degenerata”, giacché per sua natura il giudizio ideologico non potrebbe
che inquinare e alterare ogni analisi della natura artistica.
Lasciamo da parte l’ormai classica ruota di
bicicletta, cioè l’arte come presentazione del già fatto di Duchamp; lasciamo
da parte le sgocciolature, cioè l’arte come casualità spontaneistica di Pollok;
lasciamo da parte ogni altra specie di arte, da quella concettuale a quelle dei
tagli, delle estroflessioni, delle accumulazioni, dei giochi ottici, degli
impacchettamenti e di ogni altro simile elemento caratterizzato da una
cosiddetta originalità, tutte consacrate da poderose analisi critiche e le cui
opere sono collocate nei sacri spazi dei musei e nei caveau delle banche di
tutto il mondo.
Bisognerebbe
ingoiare cerebralmente tonnellate di volumi, un imponderabile e
insostenibile quantità di analisi critiche per considerare gli entusiasmi dei critici al di
là dai loro schemi logici e procedimenti
disquisitivi, per capire non solo i loro principi e riferimenti valutativi, ma
anche quelli dei collezionisti e
specialmente quelli dei cosiddetti investitori o speculatori del mercato.
Ma tutto ci riporta alla domanda
fondamentale: Che cosa s’intende per arte?
Risposta
effettivamente ardua. Ma possiamo certamente ricorrere alle nostre conoscenze
ed esperienze culturali ed avere come riferimento millenni dell’arte
occidentale intesa come rappresentazione simbolica mediante figure di persone e
cose, con cui trasmettere memorie, insegnamenti, emozioni con la massima
efficacia.
E possiamo dire allora che l’orinatoio, i
tagli, le estroflessioni, i giochi ottici, le accumulazioni, le colature di
colore, i grafismi, ecc. sono modalità
espressive del tutto diverse da quelle dell’arte che noi conosciamo, diverse da
quelle che noi indichiamo tradizionalmente come opere d’arte.
Potremmo dire allora che queste nuove
modalità espressive costituiscono un complesso di attività che si sono
sviluppate parallelamente all’arte che noi conosciamo come tale e da cui si
sono staccate per effetto dello sviluppo tecnologico e come conseguenza
dell’invenzione della macchina fotografica, del cinema, di tante altre macchine
e di nuove tecniche comunicative ed espressive.
Ma pure una domanda mi pare che si ponga come
elemento valutativo da prendere in seria considerazione e cioè se davvero possono essere qualificate come artistiche
tutte quelle opere che possono essere lette e intese come provocazione?
Allora sono provocazioni la ruota di
bicicletta , i tagli d’una tela, le combustioni, l’orinatoio, il dito medio,
il WC dorato, la casualità espressiva ,
le “performances“ ?
Ma davvero le
provocazioni sono espressioni d’arte? E questa mi pare che sia la domanda
fondamentale.