venerdì 31 gennaio 2020

Riporto qui di seguito gli Epitaffi tratti dal mio
LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI auto edito
con Youcanprint                     
                                 EPITAFFIO
                                    Qui giace
                         l’Uomo Contemporaneo
                                non ebbe tempo            
                     che al produrre e consumare                                                       
                           non rise e non cantò
                         non pianse e non narrò
                                 vecchio morì
                          senz’essersi avveduto
                 d’essere almeno per un dì vissuto
                                O viandante vai
                             non ti posar giacché
                                    costui da te
                            non meritò un saluto.
                           
                                    

                                 II°  EPITAFFIO
             
                             Il poeta odierno
                                      giace
                                  qui morto
                         la sua anima all’inferno
                 è condannata a zoppicar su sillabe
                          del suo verso distorto
                              e quando riposa
                             a starsene in bilico
                             su pessima prosa

        
                              EPICEDIO  PER  LA
                      FIERA   LETTERARIA
                                                
Di certo Fracchia te non riconosceva
Più sua figlia, e il suo teschio gelido
Nel cimitero non avrà  socchiuso
Solo un’occhiaia per l’ultima tua morte.
Ma l’Angioletti non so che crepacuore
Avrà sofferto dentro la sua tomba
Nel conoscerti in pessima salute,
Sapere poi la funesta notizia.

Dramma fu il tuo tendere a serbare
Stile e decoro, non cedere alle voglie
D’ibrido secolo dedito a consumistiche
Orge d’affari:  pur sempre i compromessi
Male procurano a chi ebbe per natura
Animo e slancio a pro della cultura.

Adesso il bell’inserto Tuttolibri,
Per te, dentro lo spirito del tempo,
Non lista a margine ipocrita lutto,
Ma dalle edicole ilare espone
Classifiche di libri più venduti
Come salumi, e occhieggia dalle mani
Del pescivendolo che v’avvolge cefali,
Saraghi e minutaglia per frittura.

                  

venerdì 10 gennaio 2020


Dal mio LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI
autoedito con Youcanprint riporto qui di seguito
la  lettera ALLA VITA..


               ALLA  VITA

Tu, Vita, genitrice degli uomini
Degli animali e delle piante che stanno sulla terra,
Bella oltre ogni possibile dire ovunque appari,
Nel giorno e nella notte
Pieno di meraviglie rendi il mondo!

Vita, tu che aliti rorida nel filo dell’erba dei prati
E nelle querce immense che ombreggiano i boschi,
Tu, che voli sulle ali rapide degli uccelli
Garruli dentro il cielo
E sulle ali leggere delle farfalle volteggianti sui fiori,
Che giochi coi pesci che guizzano
Nell’acqua celeste dei mari
E in quella che verde nei fiumi scorre silente,
Tu con la tua bellezza illumini
Il cielo il mare e la terra
E accendi amore  in ogni creatura
Che per te vive e gioisce nel mondo!

Anche io gioisco di te, m’illumino
Dei colori che generi nei fiori,
Ascolto le voci dei monti, i canti degli uccelli,
Il suono dei venti nel bosco; e tutto d’arcano mi sa
E mi prende di te meraviglia.
Io ti vidi dapprima nell’amore dolcissimo
Degli occhi di mia madre e ti colsi nel turgido latte
Che scorreva come linfa nel mio corpo d’infante.
Ti vidi in me, ti colsi bellissima
Nelle gemme che si aprivano
In multicolori petali, in miracoli di frutti,
Nel  prodigio d’un seme che germina in cespi verdi
O s’innalza in alberi che sfidano tempeste
Di secoli, ti colsi in mille miracoli
Del cielo e della terra. Ed  allora a te cantai
I miei inni segreti d’amore più belli, più puri,
Più dolci per la tua immensa bellezza celeste.

Ma improvvisa, lacerante, subdola            
Più d’una callida volpe e d’una vipera in agguato,
Più d’un pitone ravvolto in spire di trappola
A scatto funesto sottesa, dentro me nell’attimo
Ti colsi a nutrirti di morte degli esseri.   
O Vita infame, tu intrinseca alla Morte
Sorella tua fatale!  Morte tu stessa!
Ti scopersi allora più feroce di tutte le belve
Che popolano la terra e gli abissi degli oceani,
Più feroce d’un’aquila, che dal cielo si lancia
A precipizio, ghermisce una trepida lepre e la lacera
Col becco adunco e ne inghiotte
La carne sanguinante  e palpitante ancora!

Ma più lacerante ancora è riconoscere
Che tu non puoi essere al mondo senza Morte, 
Che ogni essere vive della morte dell’altro:
Tremendo svelamento che dilania
La coscienza del vivere nel mondo!

Vita, tremenda ed empia, tu costringi gli esseri
A una lotta mortale  senza fine,
Per cui ognuno divora l’altro!
Vita, tu spingi  l’uomo,
Più assassino d’ogni altro, a divorare
Tutti gli altri  esseri del mare, del cielo e della terra,
Cosicché ogni specie egli stermina
E dal mondo la cancella!

Per te, Vita, l’uomo dà morte
Ad altro essere che per te gioisce,
Ma, pena sua tremenda, sa quanto
E’ orribile uccidere l’altro per vivere.
Giudica  sia sua la colpa, e tenta lavacro  rituale
che gli purifichi l’ anima.
E il cuore si lacera, perché togliersi di dosso,
Quale camicia di Nesso, non può tanto delitto.
Ma non l’uomo, tu, Vita,  sei rea! Per amore di te
Anche l’uomo cade nelle tue trappole tremende,
Sicché la sua anima lorda  egli mai potrà
Purificare da tanto peccato primordiale
Neanche con sacre abluzioni!

Tu sei rea! Eppure tutti a te anelano,
Tutti in te si abbandonano  abbagliati dalla tua luce
E dalla tua indicibile bellezza, divina incantatrice!
Neanche io, disincantato ad un sacro lavacro,
Neanche io recedo dall’amarti nel fascino
D’un mondo che ti brama e che vive di morte.
Per questo nella luce del sole che mi abbaglia
Di gioia dell’esistere,
Per questo, o Vita, a te brindo
E alla tua bellezza suprema,
A te brindo dell’uomo o estrema  ingannatrice!






martedì 7 gennaio 2020


Dal mio LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI
autoedito con Youcanprint riporto qui di seguito
la  lettera ALLA MORTE.

     ALLA  MORTE
               
                  Eri già tesa nel buio dei millenni
              A spiare il mio attimo di luce
              Nel miracolo arcano dell’esistere,
              Morte terrifica!
             
              La mia adolescenza ti sorprese
              Dentro di me in un angolo nascosta
              Nel tuo agguato paziente una sera;
              In me ti scopersi come a specchio concavo
              E in me fu vuoto, e orrore di conoscerti,
              Alla mia coscienza saperti inalienabile,
              Ho imparato a portarti dentro l’essere mio stesso
              Mentre il tuo ascolto dentro al mio respiro,
              Giorno per giorno, e tu conti i miei minuti
              E gelida ti scaldi al mio calore.

              Sei più ripugnante d’ogni delusione,
              Più amara d’ogni speranza perduta,
              Terribile più dell’abisso che il pensiero discopre.
Nell’implacabile odio che  non ti dà requie
              Cerchi la Vita, tu sorella nemica sua ferale,
              In ognuno di noi e t’illudi di strozzarla
              E finirla con le adunche orribili tue mani;
              Ma essa ti sfugge d’uno in altro
              E d’uno in altro fulgida fiorisce,
              Bellissima nelle recondite gioie
              Che dal mondo s’insinuano dolci nei sensi sottili.

              Tu dibatti le ali maligne, brancoli cieca e la Vita
              Insegui, più immonda della iena
              Che nel deserto si sazia seguendo le tue orme,
              Prendi noi ad  uno ad uno
              Come a scatto di trappola tremenda,
              D’ira livida nella tua illusione funesta.
Ma olimpico dal cielo il sole irride
              Alla tua rabbia impotente e indicibile,
              Infinita come l’immenso.
              Ed io un ghigno, prima che mi prenda,
              Sull’orrenda tua maschera ti faccio
              Mentre tracanno un bicchiere di vino,e la Vita
              Bella, radiosa, ineffabile, godendo saluto:
              Salve o Vita imperitura,
              Ambrosia divina del cielo e della terra,
              Trionfo d’uomini, di piante e d’animali!                               
              E tu, Morte, nefanda Morte, crepa di rabbia !