LA POESIA OCCASIONALE
E LA MORTE DI BARTOLOMEO PINELLI
Uno dei tanti generi poetici del passato è
quello della poesia occasionale, spesso riconoscibile anche come genere
celebrativo, encomiastico ed anche dedicatorio. E’ un genere che si potrebbe esemplificare
con una miriade di poesie, ma certamente uno dei componimenti poeticamente più
alti di questo genere è I SEPOLCRI, scritto
dal Foscolo in occasione della promulgazione
della legge napoleonica sull’istituzione dei cimiteri e sull’obbligo
delle sepolture fuori dai centri abitati. Me ne viene però sotto gli occhi, fra i
tanti da lui composti di questo genere, un sonetto che il Belli scrisse in
occasione della morte del famoso incisore trasteverino Bartolomeo Pinelli (er zor Meo), vissuto appena 54 anni,
avvenuta il primo aprile del 1835. E poiché ne ricorre l’anniversario il
prossimo primo aprile, lo trascrivo qui di seguito anche in suo omaggio. Nella prima quartina, il Belli procede
all’individuazione del personaggio, tratteggiandone i caratteri salienti:
Pinelli, il pittore di Trastevere, quello che portava i capelli lunghi sul viso
(grugno) col pizzetto di peli sopra
il mento ( mosca ar barbozzale) è
morto (crepato) per l’ultimo fiasco (bucale) di vino. Nella seconda quartina, riferisce della
visita del medico che, guardando le feci nel vaso da notte (in n’er pitale) si mostra prima dubbioso
con l’espressione del viso (cominciò a
storce) presagendone la fine, poi disse di chiamare quelli della
confraternita (intimate li Fratelli) per
preparare il rito funebre. Nella prima terzina, dice che Pinelli era
morto nella miseria, con tre spiccioli nelle tasche (con tre pavoli in zaccoccia) a causa delle bevute in allegria con i
compagni (de fa bisboccia)
nell’osteria Gabbionaccio. Nella seconda terzina ed ultima parte, il
Belli mette in bocca al popolano narratore l’ansia per la sorte dell’anima del
Pinelli, noto per l’astensione ostinata dai sacramenti, e che aveva rifiutato
la confessione in punto di morte.
LA MORTE DER ZOR MEOSì, quello che portava li capelli
Giù p’er grugno e la mosca ar barbozzale,
Er pittor de Trastevere, Pinelli,
E’ crepato pe’ causa d’un bucale.
V’abbasti questo, ch’er dottor Mucchielli,
Vista ch’ebbe la merda in ner pitale,
Cominciò a storce e a masticalla male,
Eppoi disse: Intimate li Fratelli.
Che aveva da lassà? Pe’ fa bisboccia
Ner Gabbionaccio de padron Torrone,
E’ morto con tre pavoli in zaccoccia.
E l’anima? Era già scommunicato,
Ha chiuso l’occhi senza confessione....
Cosa ne dite?Se sarà sarvato?
Poesia scritta per la morte di Bartolomeo
Pinelli; quindi poesia occasionale del Belli, i sonetti del quale, in verità,
sono quasi tutti occasionali, ispirati dagli avvenimenti quotidiani della vita
romana. Come erano occasionali
molte poesie dei grandi poeti, si pensi al CINQUE
MAGGIO del Manzoni, per esempio, e come erano i tanti versi di poeti e
poetastri composti per ogni occasione, dal compleanno alle nozze, e per ogni
altro avvenimento, anche di morte, come per il carme del Manzoni IN MORTE DI CARLO IMBONATI. Come prima erano
occasionali le composizioni dei cantastorie e specialmente dei poeti
dialettali, quasi sempre nate dalla vita quotidiana ed anche dalla tragicità
della cronaca. Ancora i poeti dialettali contemporanei
traggono la loro ispirazione dall’occasionalità, dagli accadimenti della vita
quotidiana. Ma poi sono sopravvenuti i quotidiani ad informare e a raccontare
gli accadimenti, sono venute le macchine fotografiche e le cineprese a
rappresentare dal vivo ciò che accade; ed oggi ci sono le fotocamere dei cellulari,
c’è soprattutto il villaggio globale del linguaggio elettronico. Come si può più pensare ad una poesia occasionale?
Non s’incontra più facilmente una poesia occasionale; e laddove accada che se
ne trovi, si vede a prima lettura che è occasionale solo apparentemente, perché
subito affiora il suo carattere vero, quello lirico e intimistico, quello per
cui il poeta parla solo di se stesso, teso a cogliere le proprie emozioni e i
propri personali e intimi turbamenti. La poesia occasionale, come la maggior
parte degli altri generi, è quantomeno lontana e affievolita, se non
addirittura scomparsa del tutto.