ANCORA
SU ARTE E POESIA OGGI
Il mondo attuale si muove tra dinamismo
creativo della tecnica e commisurazione di ogni sua dimensione col denaro
mediante il mercato. Ormai, potremmo
dire, tutto è tecnica e tutto è mercato. Poi però il denaro cambia ogni cosa in
merce. Anche l’uomo e la sua anima.
Il valore delle nostre azioni ormai sta nel
denaro che esse possono muovere ed accumulare. Se non muovono denaro sono
considerate indifferenti. E’ la cultura del nostro tempo. Conseguentemente ciò avviene anche nel campo
della produzione estetica, nel campo della creatività delle arti e della
poesia.
La poesia però oggi non ha mercato, non può
muovere denaro che nell’esborso degli stessi poeti che vogliono pubblicare la
loro opera. L’accumulo di denaro per i poeti sta solo nella partita delle
uscite e non delle entrate. Infatti essi sono scivolati nell’indifferenza; sono
stati emarginati dalla vita culturale, proprio perché espunti dal mercato.
Conseguentemente hanno cercato di risalire la china con tentativi di avanguardismo, con sperimentalismi che
hanno minato la tradizione dei canoni della forma poetica, anzi hanno spesso
evaporato la poesia stessa.
Gli artisti invece hanno potuto muovere e
accumulare ancora denaro. A volte tanto. A volte piegando la loro arte alla
tecnica e al mercato. A volte contestando e protestando. A volte, e sempre di
più, provocando. Pochi però, perché i molti sono ormai stanno alla stregua dei
poeti.
I pochi lo hanno potuto fare perché la loro
arte si realizza nell’unicità materiale dell’opera, che, perciò, può diventare
esclusiva proprietà di un solo acquirente. E ciò risponde essenzialmente alle
esigenze precipue del mercato nella
trasformazione dell’opera in merce per mezzo del denaro. Così che l’opera vale
soprattutto come investimento.
Proprio le esigenze del mercato hanno
determinato le dinamiche convulse dell’arte nella ricerca di innovazioni, con
la rincorsa dell’originalità, spesso scambiata con le trovate più strambe.
Certamente è difficile rintracciare la
continuità dell’arte nel tempo dopo le contestualizzazioni, le decontestualizzazioni,
le concettualizzazioni, le installazioni, le performance, ecc,. Non credo sia
semplicistico pensare che l’arte attuale sia diventata qualcosa di molto
diverso dall’arte del passato e della
tradizione. Nonostante gli sforzi e le giustificazioni dei critici.