venerdì 10 gennaio 2020


Dal mio LETTERE BIGLIETTI E BIGLIETTINI
autoedito con Youcanprint riporto qui di seguito
la  lettera ALLA VITA..


               ALLA  VITA

Tu, Vita, genitrice degli uomini
Degli animali e delle piante che stanno sulla terra,
Bella oltre ogni possibile dire ovunque appari,
Nel giorno e nella notte
Pieno di meraviglie rendi il mondo!

Vita, tu che aliti rorida nel filo dell’erba dei prati
E nelle querce immense che ombreggiano i boschi,
Tu, che voli sulle ali rapide degli uccelli
Garruli dentro il cielo
E sulle ali leggere delle farfalle volteggianti sui fiori,
Che giochi coi pesci che guizzano
Nell’acqua celeste dei mari
E in quella che verde nei fiumi scorre silente,
Tu con la tua bellezza illumini
Il cielo il mare e la terra
E accendi amore  in ogni creatura
Che per te vive e gioisce nel mondo!

Anche io gioisco di te, m’illumino
Dei colori che generi nei fiori,
Ascolto le voci dei monti, i canti degli uccelli,
Il suono dei venti nel bosco; e tutto d’arcano mi sa
E mi prende di te meraviglia.
Io ti vidi dapprima nell’amore dolcissimo
Degli occhi di mia madre e ti colsi nel turgido latte
Che scorreva come linfa nel mio corpo d’infante.
Ti vidi in me, ti colsi bellissima
Nelle gemme che si aprivano
In multicolori petali, in miracoli di frutti,
Nel  prodigio d’un seme che germina in cespi verdi
O s’innalza in alberi che sfidano tempeste
Di secoli, ti colsi in mille miracoli
Del cielo e della terra. Ed  allora a te cantai
I miei inni segreti d’amore più belli, più puri,
Più dolci per la tua immensa bellezza celeste.

Ma improvvisa, lacerante, subdola            
Più d’una callida volpe e d’una vipera in agguato,
Più d’un pitone ravvolto in spire di trappola
A scatto funesto sottesa, dentro me nell’attimo
Ti colsi a nutrirti di morte degli esseri.   
O Vita infame, tu intrinseca alla Morte
Sorella tua fatale!  Morte tu stessa!
Ti scopersi allora più feroce di tutte le belve
Che popolano la terra e gli abissi degli oceani,
Più feroce d’un’aquila, che dal cielo si lancia
A precipizio, ghermisce una trepida lepre e la lacera
Col becco adunco e ne inghiotte
La carne sanguinante  e palpitante ancora!

Ma più lacerante ancora è riconoscere
Che tu non puoi essere al mondo senza Morte, 
Che ogni essere vive della morte dell’altro:
Tremendo svelamento che dilania
La coscienza del vivere nel mondo!

Vita, tremenda ed empia, tu costringi gli esseri
A una lotta mortale  senza fine,
Per cui ognuno divora l’altro!
Vita, tu spingi  l’uomo,
Più assassino d’ogni altro, a divorare
Tutti gli altri  esseri del mare, del cielo e della terra,
Cosicché ogni specie egli stermina
E dal mondo la cancella!

Per te, Vita, l’uomo dà morte
Ad altro essere che per te gioisce,
Ma, pena sua tremenda, sa quanto
E’ orribile uccidere l’altro per vivere.
Giudica  sia sua la colpa, e tenta lavacro  rituale
che gli purifichi l’ anima.
E il cuore si lacera, perché togliersi di dosso,
Quale camicia di Nesso, non può tanto delitto.
Ma non l’uomo, tu, Vita,  sei rea! Per amore di te
Anche l’uomo cade nelle tue trappole tremende,
Sicché la sua anima lorda  egli mai potrà
Purificare da tanto peccato primordiale
Neanche con sacre abluzioni!

Tu sei rea! Eppure tutti a te anelano,
Tutti in te si abbandonano  abbagliati dalla tua luce
E dalla tua indicibile bellezza, divina incantatrice!
Neanche io, disincantato ad un sacro lavacro,
Neanche io recedo dall’amarti nel fascino
D’un mondo che ti brama e che vive di morte.
Per questo nella luce del sole che mi abbaglia
Di gioia dell’esistere,
Per questo, o Vita, a te brindo
E alla tua bellezza suprema,
A te brindo dell’uomo o estrema  ingannatrice!






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