Dal mio LETTERE BIGLIETTI E
BIGLIETTINI
autoedito con Youcanprint
riporto qui di seguito
la lettera ALLA VITA..
ALLA VITA
Tu, Vita, genitrice degli
uomini
Degli animali e delle piante
che stanno sulla terra,
Bella oltre ogni possibile
dire ovunque appari,
Nel giorno e nella notte
Pieno di meraviglie rendi il
mondo!
Vita, tu che aliti rorida nel
filo dell’erba dei prati
E nelle querce immense che
ombreggiano i boschi,
Tu, che voli sulle ali rapide
degli uccelli
Garruli dentro il cielo
E sulle ali leggere delle
farfalle volteggianti sui fiori,
Che giochi coi pesci che
guizzano
Nell’acqua celeste dei mari
E in quella che verde nei
fiumi scorre silente,
Tu con la tua bellezza
illumini
Il cielo il mare e la terra
E accendi amore in ogni creatura
Che per te vive e gioisce nel
mondo!
Anche io gioisco di te,
m’illumino
Dei colori che generi nei
fiori,
Ascolto le voci dei monti, i
canti degli uccelli,
Il suono dei venti nel bosco;
e tutto d’arcano mi sa
E mi prende di te meraviglia.
Io ti vidi dapprima
nell’amore dolcissimo
Degli occhi di mia madre e ti
colsi nel turgido latte
Che scorreva come linfa nel
mio corpo d’infante.
Ti vidi in me, ti colsi bellissima
Nelle gemme che si aprivano
In multicolori petali, in
miracoli di frutti,
Nel prodigio d’un seme che germina in cespi verdi
O s’innalza in alberi che
sfidano tempeste
Di secoli, ti colsi in mille
miracoli
Del cielo e della terra.
Ed allora a te cantai
I miei inni segreti d’amore
più belli, più puri,
Più dolci per la tua immensa
bellezza celeste.
Ma improvvisa, lacerante,
subdola
Più d’una callida volpe e
d’una vipera in agguato,
Più d’un pitone ravvolto in
spire di trappola
A scatto funesto sottesa,
dentro me nell’attimo
Ti colsi a nutrirti di morte
degli esseri.
O Vita infame, tu intrinseca
alla Morte
Sorella tua fatale! Morte tu stessa!
Ti scopersi allora più feroce
di tutte le belve
Che popolano la terra e gli
abissi degli oceani,
Più feroce d’un’aquila, che
dal cielo si lancia
A precipizio, ghermisce una
trepida lepre e la lacera
Col becco adunco e ne
inghiotte
La carne sanguinante e palpitante ancora!
Ma più lacerante ancora è
riconoscere
Che tu non puoi essere al mondo
senza Morte,
Che ogni essere vive della
morte dell’altro:
Tremendo svelamento che
dilania
La coscienza del vivere nel
mondo!
Vita, tremenda ed empia, tu
costringi gli esseri
A una lotta mortale senza fine,
Per cui ognuno divora
l’altro!
Vita, tu spingi l’uomo,
Più assassino d’ogni altro, a
divorare
Tutti gli altri esseri del mare, del cielo e della terra,
Cosicché ogni specie egli
stermina
E dal mondo la cancella!
Per te, Vita, l’uomo dà morte
Ad altro essere che per te
gioisce,
Ma, pena sua tremenda, sa
quanto
E’ orribile uccidere l’altro
per vivere.
Giudica sia sua la colpa, e tenta lavacro rituale
che gli purifichi l’ anima.
E il cuore si lacera, perché
togliersi di dosso,
Quale camicia di Nesso, non
può tanto delitto.
Ma non l’uomo, tu, Vita, sei rea! Per amore di te
Anche l’uomo cade nelle tue
trappole tremende,
Sicché la sua anima
lorda egli mai potrà
Purificare
da tanto peccato primordiale
Neanche
con sacre abluzioni!
Tu
sei rea! Eppure tutti a te anelano,
Tutti
in te si abbandonano abbagliati dalla
tua luce
E
dalla tua indicibile bellezza, divina incantatrice!
Neanche
io, disincantato ad un sacro lavacro,
Neanche
io recedo dall’amarti nel fascino
D’un
mondo che ti brama e che vive di morte.
Per
questo nella luce del sole che mi abbaglia
Di
gioia dell’esistere,
Per
questo, o Vita, a te brindo
E
alla tua bellezza suprema,
A
te brindo dell’uomo o estrema ingannatrice!
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