sabato 24 gennaio 2015

Con le seguenti righe oggi ho aperto il mio nuovo blog IL MODANO e il cui indirizzo è : ilmodano.blogspot.com
Il modano è un cannello con cui i pescatori rammagliano le reti. Per me qui è una metafora del blog con cui m'ingegno di rammagliare le mie memorie per rievocare eventi del passato.
 

2 febbraio 2015
                           ANCORA SU ARTE E POESIA
  A modificare gli stilemi dell’arte pittorica ha certamente  contribuito l’invenzione della macchina fotografica, come si sostiene da più parti. Ma penso che sia una sopravvalutazione della funzione di questo strumento, poiché, a ben vedere esso vi ha contribuito solo come un elemento delle complesse e rapide innovazioni tecniche a cavallo degli ultimi due secoli.
  D’altronde, nello stesso tempo, non si è modificata solo l’arte. In fondo si è  modificato il modo di vedere, di vivere e di operare dell’uomo in quel tempo,  sempre più incisivamente e significativamente, a causa delle profonde innovazioni tecniche, come esaminato prima da E. Severino e poi approfondito da U. Galimberti in Psiche e tecnè.
  Un cambiamento dell’uomo che sarebbe riduttivo delimitarlo alle sole arti e alla poesia.  O alla sola comunicazione, per cui Mac Luhan poteva affermare che “il mezzo è il messaggio”. Per le sollecitazioni della tecnica, l’uomo cambia nelle sue percezioni, nella sua realtà, nei suoi stili di vita, poiché ha un suo modo di pensare diverso di fronte a nuovi problemi, che gli si pongono sia con le scoperte scientifiche, sia con le ricerche di nuove soluzioni e l’uso di nuove tecniche.
  Il quadro innovativo è ben più vasto e più significativo delle questioni poste in sede estetico/espressiva riguardo alle dimensioni poetiche ed artistiche. Nel tempo dei cambiamenti della tecnica è l’uomo che cambia. Egli ha un sentire diverso, ed ha modi di vivere e di operare diversi, di fronte ad un mondo modificato dalla velocità, dal volo e dal dominio dell’etere, dalla percezione del tempo, dalla visione freudiana della sua psiche, dalla scoperta einsteniana della relatività.
  La realtà non gli si presenta più dominabile e interpretabile con i vecchi strumenti. L’avverte precaria, instabile e sfuggente, per cui vuole afferrarla e rappresentarla nell’attimo della sua percezione: nella sua impressione, nel suo movimento, nella sua velocità, nella sua de contestualizzazione, nelle sue deformazioni.
   Lo stesso accade nella poesia, che intanto va perdendo molti dei suoi generi e varie sue forme, come risalta di più nel primo Novecento col futurismo e poi col frammentismo.
 Ma in fondo è l’uomo che è cambiato in quel tempo. Non solo l’artista e il poeta. Ma è cambiato il committente, sostituito dal mercato, è cambiato il fruitore, ed è cambiato il lettore. E’ cambiata tutta la scena umana, sicché il secolo XX segna una mutazione   profonda dell’uomo, anche se critici e storici si affannano a sottolineare la continuità nel cambiamento: ma quel cambiamento è in effetti una frattura  difficile da suturare.  Come ci hanno detto le due immani guerre mondiali, le ideologie che ingabbiarono l’uomo di quel tempo, e lo strazio dei campi di sterminio.

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