mercoledì 15 gennaio 2014


                                     POESIA CELEBRATIVA
   Cambiano i tempi, cambiano gli atteggiamenti, cambiano le tecnologie. Cambiano anche i generi della poesia con le relative funzioni.
    L’Eneide è un grande esempio di poesia celebrativa, composta in funzione del consolidamento del potere di Augusto. Le Odi Barbare del Carducci, con i loro versi che hanno echi di tamburi in marcia, hanno svolto  una loro efficace funzione di educazione civile, fondata sulla poesia celebrativa, nel processo di unificazione culturale della nuova Italia. La letteratura italiana del passato è piena di poesie del genere celebrativo.
    Non credo che oggi ci siano più le condizioni adeguate al fiorire  di manifestazioni di quel ruolo poetico. Non solo si è ristretto in modo quasi asfittico il campo dei generi dell’espressione poetica, o dell’espressione poetica tout-court, ma si sono verificati mutamenti storici e culturali così profondi, che a nessun poeta può venire in mente oggi di scrivere sensatamente in versi la celebrazione di un qualsiasi fatto o di una qualsiasi personalità di rilievo.
     Quali valori possono oggi ispirare una poesia celebrativa in rapporto ad eventi e personaggi della nostra contemporaneità? E quali uomini potenti odierni potrebbero compiacersene e compensarne le fatiche in qualche forma e modo come avveniva nel passato? E quale pubblico di lettori, eventualmente, potrebbe oggi dedicarvi un minuto della sua attenzione?
     La poesia celebrativa è viva nelle opere del passato, perché ancora oggi continua ad emozionarci e ad interessarci nelle sue manifestazioni e nei suoi risvolti. Nel presente non può essere attiva, perché non c’è motivo che essa possa  svolgere un suo ruolo. Disperiamo che possa ancora manifestarsi in futuro.

 

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