sabato 21 aprile 2012

                             LA FUNZIONE DELLA POESIA  2
  Il sistema capitalistico-industriale segna il nostro tempo. Per il suo sviluppo, consolidamento e accumulazione del guadagno esso ha bisogno della tecnica e della deregolamentazione giuridico-amministrativa, indicata come liberalizzazione e che in ultima analisi si risolve in atteggiamenti individualistico-radicali. Per la sua affermazione non ha bisogno della cosiddetta cultura classico-umanistica. Tanto meno ha bisogno della poesia. Che cosa se ne possono fare le industrie e le banche delle emozioni e delle creazioni poetiche? Per l’acquisizione del consenso operativo, ad esse occorrono formule, insegne, slogan, grafici, linguaggi e immagini computerizzate, molto più efficaci delle figure che i pittori del Seicento dipingevano nelle cappelle di campagna  per piegare le coscienze delle popolazioni del contado al catechismo e alla paura delle fiamme dell’inferno propagandati dal concilio tridentino.
   Che se ne può fare il sistema capitalistico-industriale della poesia? Semmai esso può solo fornire la spinta a una cultura della deregolamentazione/liberalizzazione dei canoni poetici naturali, cioè a sciogliere quegli elementi specifici che distinguono la poesia dalla prosa, con il conseguente sfascio delle forme poetiche. Semmai esso può solo fornire la spinta, conseguentemente, verso la massificazione della produzione poetica con l’offerta della stampa a basso costo per trarne i suoi benefici e i suoi guadagni, senza curarne  una selezione di valore e disinteressandosi di una sua effettiva diffusione capillare. Nell’indifferenza per la dimensione culturale e per le diverse arti , anche visive - salvo qui eventuali investimenti per capitalizzazioni finanziarie - soprattutto nella noncuranza per quella che gli idealisti ancora nel Novecento indicavano come dimensione spirituale.
  In questo sistema la poesia non può che essere residuale, con buona pace di coloro che ancora la credono viva ed operativa nella cultura attuale, con distacco di intellettuali simili a sacerdoti di rito industrialbancario che officiano affaccendati nel dire il già detto in videocomparsate  e in pagine di nuvole aristofanesche.

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