lunedì 11 novembre 2013


                                    ARTE E POESIA OGGI
  •    Il materialismo borghese del nostro tempo è devastante non solo per la poesia, ma per tutte le arti in genere. Esse sono concepite come merce da buttare sul mercato, computate nel bilancio delle entrate e delle uscite, svuotandone l’intrinseco valore. La cultura stessa è sminuita  e le opere letterarie vengono messe in listino con la classifica dei libri più venduti, come qualsiasi mercanzia, non con i criteri dell’esposizione critica del gusto e della validità letteraria.  La poesia è pressoché scomparsa dall’insegnamento nelle scuole e dai libri di testo, concepiti come manuali di discipline. Per risparmiare pochi milioni in bilancio, la storia dell’arte è stata compressa ad un’ora d’insegnamento settimanale per classe, quando non è stata soppressa del tutto. Peggio è toccato alla musica. In televisione e nell’editoria trionfa però la cultura culinaria, con grande dovizia di cuochi e ricette. Rendono in guadagno e pesano nel bilancio delle entrate e delle uscite. Un ex ministro ha detto recentemente che la cultura non si mangia. Inutile un qualsiasi commento in merito. Inutile ricordare che l’uomo non vive di solo pane, cioè di sole cose materiali, e che la storia e il progresso dell’umanità non sono fatti solo di guerre e di sacchi di farina. E’ materialismo della più bell’acqua ed espressione verace della mentalità borghese.  Con i premi di medagliette e coppette anche nelle Pro Loco dei più  piccoli paesi, i politicanti del secolo scorso avevano ridotto la poesia e la pittura al rango delle gare di boccia e di briscola nelle osterie. Per esigenze di bilancio e in tempo di crisi,  ora non ci sono più medaglie né coppette né concorsi. Comunque la poesia è stata stravolta nella sua funzione, nella sua essenza, nella sua forma. Sembra che corrisponda ad un’attività di evasione del tutto personale, tra il divertimento e lo sfogo di animo in pena. E’ difficile tentarne un riorientamento e un recupero, almeno in termini della sua vera e più specifica funzione. Lo spirito borghese ha solo la prospettiva del rapporto spesa-ricavo-guadagno. La poesia e l’arte sono altro e non hanno niente a che vedere con la merce e col mercato. Bisogna tentare di navigare contro corrente; forse ancora per qualche secolo!

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