mercoledì 7 novembre 2012

Presso Booksprint Edizioni è uscito ieri il mio VERSI SATIRICI di cui qui di seguito riporto la premessa. PREMESSA Questo volumetto raccoglie in una prima parte le composizioni scritte prima del 2000, nella seconda quelle scritte dopo il 2000. Sono composizioni che ho voluto scrivere in forma di sonetti, sia in opposizione alla struttura prosastica di molta poesia contemporanea, sia perché il sonetto sollecita il pensiero alla sintesi ed è tanto duttile da rendere efficace ogni genere di poetica, anche quella ironica e sarcastica. La prima parte, quella intitolata “Prima del 2000”, si apre con sette sonetti raccolti sotto il titolo “Il mio linguaggio”. Vi dico perché ho scritto questi versi non nella lingua letteraria, ma in una sorta di parlato, una via di mezzo tra la lingua ed un dialetto non specifico, quasi a costituire una specie di idioletto, che qui chiamo “civilese” o “borghesano”. Un “civilese” forse come reazione all’uso corrente della nostra lingua infarcita da mille inglesismi ed esotismi vari; e forse anche a fronte di un rapido decadimento dell’uso del dialetto, causato dalla moltiplicazione dei mezzi di comunicazione e dalla mobilità migrante. Dopo “Il mio linguaggio”, si aggiunge “La crisi” in quattro sonetti, e poi “Il gioco delle carte” in sette sonetti e, quindi, “L’ammazzamento del Papa” in tre sonetti. In tutte queste composizioni mi sono divertito, satireggiando qua e là, con richiami e citazioni alla realtà della vita degli ultimi decenni del secolo scorso. Nella seconda parte, quella intitolata “Dopo il 2000”, ho trattato due aspetti che mi hanno coinvolto per tutta la vita. Il primo aspetto, in sei sonetti, è quello intitolato “I valori”, in cui ho scritto degli ideali cui avevamo orientato la vita noi giovani con la Resistenza e con la Ricostruzione repubblicana, poi vissuti nell’amarezza della delusione con gli avvenimenti dei decenni successivi. Il secondo aspetto, che ho trattato in sedici sonetti, è quello intitolato “Chiacchiere”. Chiacchiere sono appunto le parole che designavano i valori scritti nella Costituzione e nelle nostre coscienze: parole turgide di significato che erano sangue caldo di noi giovani che ci nutrivamo di speranza. Parole il cui senso abbiamo visto demolito col tempo. Parole divenute poi solo chiacchiere, perché svuotate del loro contenuto con un’erosione progressiva di contro a una sempre più amara delusione. Una delusione dolorosa vissuta come ferita nell’anima di noi giovani che volevamo un mondo più giusto, senza più miserie per i più poveri e senza più privilegi per i più furbi. Ma la realtà è dei più furbi, purtroppo con i privilegi intatti, anzi aumentati. E questo è stato il nostro più cocente disincanto. A questi sonetti poi se ne aggiungono altri sette intitolati “L’òmo” e altri tre con vario argomento, sempre però svolti con spirito satirico oltre al senso di amaritudine sotteso. L’Autore Questo è il link per accedere direttamente al sito http://www.booksprintedizioni.it/libro/satira/versi-satirici e per leggere le prime dodici pagine

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